Eccoti la storia del Gruppo Culturale Artisti di via Bagutta — un’associazione d’arte con radici nella Milano del secondo dopoguerra, che ha trasformato una semplice strada del centro in un simbolo di vivacità artistica.

🌱 LE ORIGINI (anni ’60)
Il Gruppo Culturale Artisti di Via Bagutta nasce a Milano all’inizio degli anni ’60, dapprima con il nome:
“Gruppo Culturale Pittori di Via Bagutta”
Fondatore e principale animatore: Bruno De Cerce, pittore.
L’idea nacque dal desiderio di offrire agli artisti milanesi uno spazio libero, popolare e all’aperto in cui esporre, fuori dal circuito delle gallerie e dalle logiche accademiche.

✦ Le prime “mostre di protesta” Prima della nascita ufficiale, alcuni artisti esponevano abusivamente i propri quadri lungo i muri della via, come gesto provocatorio: un’arte in strada, per tutti, che entrava direttamente nella vita cittadina.
Queste “mostre spontanee” crearono un forte movimento d’interesse e portarono alla formazione del gruppo.
L’idea — lanciata dal pittore Bruno De Cerce — era quella di creare una mostra d’arte “en plein air”, ossia all’aperto, lungo la strada di via Bagutta: un fenomeno che per Milano avrebbe potuto riprendere lo spirito di libertà artistica già visto in altre città (si pensava a un “gemellaggio” con la via romana dedicata agli artisti).
Nei primi anni, però, non fu semplice: gli artisti venivano definiti “ribelli”, considerati fuori dagli schemi ufficiali — tanto che le prime “mostre di protesta sui muri di via Bagutta (1960)” fanno ormai parte della storia del gruppo.

1964: la prima mostra ufficiale
Dopo anni di lotte, attese e negoziazioni con le autorità, la prima edizione ufficiale della mostra fu inaugurata il 25 ottobre 1964. Fu un momento simbolico: nonostante pioggia e vento, decine di artisti esposero le loro opere lungo i muri e i marciapiedi di via Bagutta, catturando l’attenzione dei passanti come in una “sfilata d’arte”.
Quell’edizione vide la partecipazione di oltre 150 artisti e fu considerata da molti come il punto di svolta: il sogno “utopico” di una via-mercato d’arte si concretizzava.
Negli anni, la Fiera divenne un appuntamento stabile per Milano: esibizioni in primavera e in autunno, esposizioni di pittura, scultura, disegno, grafica. Un momento di incontro tra artisti e cittadini, che contribuiva a far respirare arte nel cuore cittadino.

QUINDI -
La prima esposizione ufficiale si tenne il 25 ottobre 1964 lungo tutta Via Bagutta. Fu una mostra “a cielo aperto”, con decine di pittori che appesero le opere ai muri e su cavalletti, trasformando la via in un corridoio d’arte.

Da quel momento la mostra divenne un appuntamento fisso, due volte l’anno:
primavera
autunno
Via Bagutta si trasformò in uno dei simboli dell’arte en plein air a Milano.


Per rappresentare questa pluralità, l’associazione cambia nome:
Gruppo Culturale Artisti di Via Bagutta

Anni recenti
L’associazione ha continuato a mantenere viva la tradizione delle esposizioni in via Bagutta (quando possibile), pur vivendo i cambiamenti urbani e amministrativi della città.

Oggi il Gruppo:
- organizza mostre, rassegne ed eventi culturali;
- promuove giovani artisti;
- collabora con istituzioni milanesi;
- custodisce la memoria storica dell’arte di strada milanese.

La sua sede più recente è in Corso Garibaldi, nel cuore creativo della città.

Evoluzione in “Artisti di via Bagutta”: ampliamento e rinnovamento
Col tempo, la natura del gruppo si è ampliata: non più solo pittori, ma artisti con diverse tecniche: disegno, scultura, grafica, fotografia. Per riflettere questa pluralità artistica, intorno al 2016 il nome è stato modificato ufficialmente in “Gruppo Culturale Artisti di Via Bagutta”.
La sede si è spostata (oggi si trova in Corso Garibaldi 17, Milano), e il gruppo ha iniziato a organizzare non solo mostre, ma anche dibattiti, presentazioni di pubblicazioni, incontri e conferenze, aprendo così il proprio orizzonte a una dimensione culturale più ampia e inclusiva.
Il gruppo si propone come spazio aperto a collaborazioni: con altri artisti, collezionisti, e più in generale con chi ama l’arte — promuovendo un dialogo continuo tra arte, territorio e comunità locale

Evoluzione e ampliamento Negli anni il gruppo cresce e si trasforma:
non più solo pittori, ma anche scultori, grafici, fotografi, disegnatori;
non più solo mostre in strada, ma anche eventi culturali, incontri, conferenze, collaborazioni;
rafforzamento della struttura associativa, pur conservando la vocazione libera, indipendente, democratica.


IDENTITA', SPIRITO e IMPATTO CULTURALE
Il Gruppo ha sempre dichiarato di voler mantenere un linguaggio artistico indipendente da correnti politiche o estetiche: una scelta che ne ha fatto un punto di riferimento autentico per la creatività libera e non convenzionale.
L’idea che animava i fondatori — esporre direttamente per strada, in contatto con la gente — ricordava un po’ l’atmosfera bohémien: arte “popolare”, accessibile, vissuta come parte della vita quotidiana. Questo aspetto rese via Bagutta un “salotto aperto” della Milano artistica, visibile e condivisibile.
Anche oggi, nonostante i cambiamenti nel mercato dell’arte e nelle dinamiche culturali, il gruppo continua a valorizzare l’arte “diffusa”, mantenendo viva una tradizione iniziata più di mezzo secolo fa.

Il Gruppo è nato e rimane fedele a tre principi: Arte libera e accessibile
Senza filtri di mercato e senza accademie. Incontro diretto col pubblico

L’artista non chiuso in galleria, ma visibile in strada.
Indipendenza culturale
Nessun vincolo ideologico o politico


IN SINTESI: PERCHE' IL GRUPPO E' IMPORTANTE
01 - Perché ha trasformato una piccola via milanese in un simbolo dell’arte “popolare” e urbana.
02 - Perché ha dato voce a moltissimi artisti indipendenti, spesso esclusi dalle gallerie ufficiali.
03 - Perché ha promosso un’idea inclusiva e multidisciplinare di cultura — pittura, scultura, grafica, fotografia, incontro, dibattito.
04 - Perché, ancora oggi, mantiene viva la memoria di un pezzo di Milano che crede nell’arte come esperienza collettiva, sociale, aperta a tutti.


>>>> ARTICOLI GIORNALE & LINK

> Fuori Salone 2014 * Blog - LINK

Di Danilo Re * Bagutta 2012 - LINK

> Dal Sito VIllanova * foto storia - LINK

> VIVIMILNAO - LINK






Tratto dal Libro del 45° Anniversario edito dal Gruppo di Bagutta. (2009)

QUARANTACINQUE ANNI DI PITTURA IN BAGUTTA
Il Gruppo Culturale Pittori di Via Bagutta è molto noto nell'ambiente artistico milanese. La meneghina Via Bagutta rappresenta infatti la sua “anima”. Fra alcuni mesi si compiranno i Quarantacinque anni della nascita della “Fiera dell'Arte a cielo aperto” che vede protagonisti, da sempre, i “Pittori baguttiani”. La loro “Fiera” fu appunto inaugurata il 25 ottobre 1964 ed è arrivata, nella primavera del 2009, alla sua 90° edizione. Con le sue manifestazioni artistiche - in primavera e in autunno - ha saputo mantenere in tutto questo tempo delle qualità e quella dignità che ancora oggi caratterizzano la sua immagine culturale e artistica. Il “Gruppo di Bagutta” E: stato fondato dal pittore Bruno De Cerce (Presidente onorario a vita". È passato attraverso tre presidenze rette da tre pittori: Bruno De Cerce (1964-1979), Aldo Cortina (1979-1988) e poi - dal 1989 ad oggi – da Romualdo Caldarini. Bisogna qui sottolineare che è uno dei pochi gruppi artistici che parla un linguaggio chiaro e indipendente da qualsiasi corrente politico-sociale. Si può affermare, con obiettività, che si prepara a festeggiare i Quarantacinque anni, ma “li porta con disinvoltura": La certezza nasce dalla verifica. I' esperienza e stata infatti un bagaglio vitale e prezioso per continuare nella programmazione del suo futuro. Tutto ciò pensando al rinnovamento della propria attività nel campo dell’Arte e accogliendo senza pregiudizi le idee, i fermenti, le sollecitazioni che provengono dal mondo artistico. Nel 2009, per ricordare e festeggiare appunto i suoi quarantacinque anni di vita, il “Gruppo” propone, come altre volte, un Premio di Pittura - dal tema libero - per gli associati. Nel loro abituale spazio espositivo di via Bagutta - “L’arte a cielo aperto” - i Pittori di Bagutta" propongono attraverso le periodiche esposizioni di pittura, scultura, disegno e grafica, le esperienze creativo attuali, dando vita così ad una serie di mostre fortemente caratterizzato. In questo modo i “Baguttiani" vogliono essere punto di riferimento per gli artisti, collezionisti ed appassionati d’arte attraverso amichevoli momenti d'incontro come lo sono, del resto, le “mostre a cielo aperto”, i dibattiti e le conferenze nella loro sede di via Bagutta 12. Una proposta che favorisce infatti l'arricchimento della sensibilità di tutti e si apre, nel contempo, alle diverse possibilità degli amici acquirenti. Vivendo il vero senso di tali valori, il Gruppo Culturale Pittori di Via Bagutta continua così a proiettare la sua esistenza. Un Gruppo, occorre dirlo, che si è conquistato attraverso tanti anni una sua personalità e una sua dimensione all’interno dell’ambito artistico di Milano, d’Italia e anche di quello internazionale per i numerosi visitatori che si sono succeduti nel tempo: dagli europei agli americani, ai giapponesi. I milanesi, per primi, hanno saputo incoraggiare, apprezzare e sostenere la sensibilità e il lavoro di questi artisti. A loro e a tutti gli altri appassionati d'arte e amici va quindi il nostro affettuoso e dovuto ringraziamento.

Milano (la leggendaria “Mediolanum”, la metropoli meneghina, sangue e midollo della Lombardia [e dell’Italia), ha una piccola arteria: Via Bagutta. La vecchia e romantica stradina. Anche il ricordo di Carlo Porta la percorre oggi con la dolorosa umanità della sua poesia di meneghina di razza. Infatti, “En todas las calles del mundo / hay siempre un ser / que camina con sus suenös”. (ln tutte le strade del mondo / c’è sempre un essere / che cammina coni suoi sogni): così scrisse il sottoscritto in un suo “poema” di tanti anni fa. Una strada e l’inizio o la fine di una gioia o di un dolore. Viviamo di sogni e di ricorsi. Come la “petite” Via Bagutta. Due volte all’anno - in primavera e in autunno - gli artisti baguttiani la vestono di colori e di festa. E lei, come l’amore di una fidanzata, gioisce con i battiti primaverili e diventa silenziosa con la nebbia. Come un rituale dei sentimenti a cui partecipa una folla di visitatori per celebrare il mistero dell'Arte. Quasi nascosta, ondulante sull’acciottolato, nasce da piazza San Babila e arriva fino a via Sant'Andrea. Nel vecchio cuore di Milano. Nel centro della capitale lombarda. Ogni essere umano - ogni cosa - ha una sua storia legata alle origini e al tempo. Parlando della tradizionale Fiera dell’Arte baguttiana, scriveva Luciano Visentin sul “Corriere della Sera” che Bagutta «è un nome derivato da un’antica voce lombarda dal significato analogo a quello genovese “begudda” bagordo. Come a dire che la fama della strada deve essere legata all`antica presenza di una o più osterie» (15 novembre 1977). E “Bagutta” ci ricorda infatti una trattoria milanese nella quale si assegna ogni anno - dal lontano 1926 - il prestigioso premio per la narrativa. Come nacque la nota Fiera dell’Arte di Bagutta “l’arte a cielo aperto", la prima in questo senso a Milano - che arriverà nell’attuale 2009 ai suoi Quarantacinque anni di vita? la chiave della sua nascita, raccontata con passione, ci viene dal pittore Bruno De Cerce, dal suo volume “Bagutta Story”. Storie di lotte, di sofferenze, di incomprensioni, incominciato negli Anni 50. Tutto ciò prima di concludersi con il riconoscimento ufficiale del Comune di Milano al diritto di “esporre liberamente in strada” le proprie opere. E in quegli anni, che precedettero l’ufficializzazione, De Cerce, aiutato dai suoi fedelissimi, è stato il personnage di tutte quelle “battaglie da ergastolano” - le sue “performances” con i ghisa dietro - per i valori nei quali credevano i pittori baguttiani. Sentiamolo ora rivivere quel tempo: “Un sogno, perché inizialmente fu solo un’utopia, una speranza che i più consideravano irrealizzabile, specialmente in una città come Milano, dal traffico incessante e dagli interessi monopolistici delle Gallerie.” (Bagutta story, Casa Editrice La Tecnica, Milano 1979). Il sogno che questi artisti si portavano dentro come una ferita. «Avevamo tavolozze e pennelli, per illuminarla con i vivaci colori delle tele quasi a complemento della grande idea del compianto Orio Vergani, padrino indiscusso di prestigiosi premi artistici e letterari» afferma poi De Cerce. Il sogno che allora cullavano questi artisti era quello del gemellaggio fra Roma e Milano, fra l’annuale “mostra all'aperto” romana in via Margutta e la mostra (il sogno) nell’ambrosiana via Bagutta. Un’idea che suscitò, naturalmente, cori di approvazione e di dinieghi. Una “copia della mostra che ogni anno si svolge nella capitale”, si leggeva su “La Notte” del 17 dicembre 1959. Luciano Bianciardi la chiamò la pittoresca “battaglia di via Bagutta”. Scrivendone, a favore o contro, i giornali milanesi pubblicizzavano in tal modo i “colpi di mano” di questi pittori (metafora usata dal Corriere Lombardo 8-9 marzo1960). Ma la Fiera dell'Arte meneghina rimaneva ancora una “Fiera-fantasma”. Disporre “Legalmente" i quadri ai muri era dunque una illusione per gli artisti che non potevano “pagarsi una mostra". Un verso “profetico” di una poesia di De Cerce dice: “Ritorneremo / dove fummo scacciati" (“A via Bagutta", Milano 1960). L’informazione dei giornali sui “ribelli” continuava. Sul “Secolo d'Italia", del 18 giugno 1961, si poteva leggere: “È innegabile che oggi la Fiera d’arte di via Margutta ha una risonanza mondiale e rappresenta l’aspirazione di molte città, che vorrebbero ripeterla nei loro rioni dove più si addensano gli artisti”. Quindi i “pittori-fratelli” di Roma erano più fortunati di quelli meneghini. In tal senso un volantino di questi “ribelli” invocava “alle autorità competenti giustizia e comprensione, affinché siano viepiù consolidate e perpetuate le tradizioni e le conquiste della categoria". Una domanda artistica che portava in sé implicazioni sociali. E Bianciardi continuava ad appoggiare i loro tentativi: “Ben consapevole di quanto sia difficile la via dell’arte ai pittori che non hanno da pagarsi una mostra. De Cerce pensò che anche a Milano, sull'esempio romano di via Margutta, si poteva organizzare un’esposizione pubblica, stradale” (“Il Giorno”, 14 luglio 1963). Dopo tante lotte e sofferenze, era arrivato infine il sospirato “giorno della conquista". L’armistizio tra il Comune e i pittori “ribelli” era stato firmato. La prima “Fiera dell’Arte all’aperto” - in via Bagutta - è stata infatti inaugurata il 25 ottobre 1964. Un giorno di pioggia e vento. Spazzati da un “esorcismo", i quadri erano come orfani attaccati ai muri. Ma i pittori non si scoraggiavano, Avevano allestito i loro “stands” nella prima “esposizione corale” baguttiana. Era ciò che contava. Oltre centocinquanta artisti aderenti al “Gruppo indipendente”. La gente, numerosa e sorpresa da questa novità, girava “scrutando” i quadri appesi sui vecchi muri. Si respirava una sorta di “atmosfera di Montmartre”, vissuta qui dai “discendenti di Sant’Ambroeus".

Quel “sogno pazzo" dei pittori baguttiani era diventato una realtà. Camminava tra la folla. Da allora, tutta la storia dei “Pittori di Bagutta” è continuata attraverso il successo delle numerose “Fiere dell’Arte” succedutesi nella piccola e romantica stradina fino a quella della primavera del 2009: la 90* edizione. Fondatore e Presidente onorario del “Gruppo Culturale Pittori di via Bagutta”, De Cerce “passa la mano” nel 1979 ad Aldo Cortina che ne assume così la presidenza. Morto Cortina nel 1988, gli succede Romualdo Caldarini nel 1989. (“Uno dei Poeti della Materia e del Colore nella Pittura Figurativa Italiana d’oggi”: così scrivevo in un mio recente testo sulla sua opera”). Due artisti che hanno proseguito con sensibilità, impegno e capacita il lavoro e la protezione del “Gruppo” nel futuro. Parlarne oggi significa ormai parlare di un “pezzo di vita” milanese che ritorna ogni anno - per due volte - come una testimonianza degli artisti aperta al rituale dei sentimenti di tutti. Per comunicare un sentimento - per tradurlo in espressione - ci vuole senza dubbio il “mètier”, ma nato dall’intelligenza e da un “colpo d'ascia del cuore”. Due valori fusi come l'amore e il sesso. Come la gioia e la sofferenza. Come la vita e la morte. Un'opera d’arte non e nata da un “fantasma”. Ma da un essere umano - l’artista - che lotta, ama e soffre come tutti noi. E per essere autentico, ogni artista deve esprimere appunto la “sua” dimensione, non “quella di un altro": Un messaggio del cuore e dell’intelligenza quindi che batte nelle immagini e nei volumi: dal dipinto alla scultura, dal disegno alla grafica. Un “labirinto"' di differenti linguaggi f riuniti nel “plein air” di questa “Fiera dell’Arte" - dove il figurativo assume il ruolo di protagonista nelle sue diverse espressività formali, cromatiche ed emotive. Quando arriva l’appuntamento con Bagutta" i giornali ne parlano con simpatia. È un debito di gratitudine che questi artisti hanno da sempre riconosciuto. Melisa Garzonio sul “VIVIMILANO" del “Corriere della Sera" metteva infatti in risalto - nel 1990: l’anno dell’omaggio all`avvenimento dei Campionati Mondiali di Calcio - il “rendez-vous” con questa tradizionale Fiera: Un “già visto” fatto di quadri, cavalletti, tavolozze, artisti delle più varie tendenze, galleristi in cerca di talenti, e insieme tanta gente curiosa e appassionata d’arte, mescolata agli immancabili habituè della “vasca” mondana e alle statuarie top model in trasferta milanese”. Sempre sullo stesso “VIVIMILANO”, il compianto Alberico Sala intitolava il suo scritto “Il fascino di scoprire un campione": “Tanti quadri, appesi ai muri della vecchia strada, posati sui ciottoli e sulle pietre (un tempo sonore di carrozze; il milanese Stendhal, autore d'una raffazzonata storia dell’arte italiana, visiterebbe con gioia la popolare manifestazione), ma anche molti personaggi, giovani e meno giovani, signore e signorine”. Franco Presit-.ci f che segue da anni questa manifestazione f diceva con un’immagine da poeta: “Via Bagutta in festa, trasformata in una sgargiante tavolozza” (“Il Giorno”, 12 aprile 1992): Sappiamo che, dalla loro sede - in V ia Bagutta, 12 - cioè dal loro “ritrovo esistenzialista” i pittori baguttiani “ci stanno inviando" messaggi artistici e d’amicizia, aspettando, come ogni anno, l'avvenimento della loro “Festa dell`Arte” nella “loro’ poetica via.


Tratto dal Libro del 45° Anniversario edito dal Gruppo di Bagutta. (2009)

ATTIVITA' DEL GRUPPO CULTURALE PITTORI DI VIA BAGUTTA

Le “Mostre di protesta sui muri di via Bagutta (1960) fanno parte ormai della sua storia. Fra altre numerose mostre-estemporanee del Gruppo, realizzate a Milano e fuori Milano, possiamo qui ricordare: Collettiva Pittori di via Bagutta alla Galleria Il Prisma di via Brera (1960), Teatro Popolare di Gassman (piazza Vetra), piazza del Duomo, corso Europa, giardini pubblici, piazza San Babila, circo Togni, via Bagutta, circo Heros, piazza della Scala, Porta Ticinese, Colonne di San Lorenzo, piazza Cavour, Stresa, Erba, Via Brera, piazza Mercanti, piazza Fontana, la 6 Giorni ciclistica (Palasport, 1964). Fra le numerose edizioni della Fiera dell’Arte baguttiana (dalla prima del 25 ottobre 1964 è arrivata alla 90° della primavera del 2009), ricordiamo i “'Temi-Omaggio” dedicati a: Le cascine lombarde, Le ville sul Naviglio Grande, La donna, Alessandro Manzoni, Carlo Porta, VI Centenario del Duomo di Milano, Leonardo, Frutta e Fiori, Aldo Cortina (Manifestazione e Premio di pittura), Campionati mondiali di calcio. Ha inoltre organizzato diversi concorsi fotografici su tema (con la collaborazione della CARIPLO: Dott. Marco Merlo, Dott. Enzo Passeretti, Rag. Nino Di Pietro), l’albero e il bosco (Mostra e concorso fotografico con la Banca Popolare di Milano). Partecipazione al Calendario “I Martinitt nella storia di Milano”, Premio di pittura Cartier, Parco della Valle dcl Ticino (Dott. Franco Cologni - Vice Presidente mondiale della Cartier - con la collaborazione del Comune di Magenta.

Il pittore Romualdo Caldarini e il pittore e grafico Walter Del Frate progettano tre manifesti. Da uno di questi nasce come immagine per la pubblicità l'attuale marchio del Gruppo - “Bagutta – l’arte a cielo aperto" - che viene scelto e pubblicato nel 1984 su un importante libro di grafica e immagine. Un poster, creato dal pittore Alfredo Pieramati, gira gli Stati Uniti, il Giappone e l7Europa. Nella sua sede milanese si svolgono conferenze sull’Arte con i critici Franco Passoni e Pedro Fiori. Organizza, con Angelo Sada, il concorso di pittura “corso Vercelli e i suoi dintorni”. A Offanengo, nel cremasco, il Comune riserva una sala espositiva ad alcuni dei pittori baguttiani. Con il Comune di Berbenno (dott. Emilio Traversi) realizza una mostra. Assieme al Comune di Cassina dè Pecchi (Dott. Alessandro Bellinato) organizza da anni una mostra e concorso di pittura tra studenti delle scuole del luogo. In Valtellina, con il Comune di Ponte, la biblioteca comunale e il Lyon’s Club Tellino (Presidente dott. Rezio Donchi) una estemporanea ed esposizione al teatro Comunale. Inoltre il Gruppo e il Comune di Ponte creano ni loco una pinacoteca. La Pasticceria Cova di Mario Faccioli, via Montenapoleone, ospita mostre dei pittori baguttiani. Il Gruppo di Bagutta è sempre presente - con il suo contributo economico - per opere umanitarie. Mostra per restauri dell’Abbazia di Mirasole. Estemporanea a Teglio (Valtellina) per ricostruire un asilo distrutto dalla frana. Donazioni di quadri al Comune di Ponte per una casa di riposo per anziani. Presenti per anni - con contributi artistici - alle mostre della Pro Juventute di Monsignor Ernesto Pisoni. Mostra per la “Telethon” (trasmissione televisiva della RAI), patrocinata dalla Banca Nazionale del Lavoro (Dott. Giampiero Cantoni), con contributi economici a favore delle ricerche sulla distrofia muscolare. Vogliamo sottolineare la rilevante presenza del Maestro Attilio Rossi, presidente delle giurie nei diversi premi di pittura. Sempre presenti la RAI con le riprese televisive nel corso delle manifestazioni e le trasmissioni di radio Meneghina del Dott. Tullio Barbato e del pittore-attore Ezio Soffientini. Inoltre diverse iniziative per pittori. Il Gruppo ha anche organizzato Cene-Incontri (“Natale insieme” ed altre) alla Società del Giardino, Circolo Volta, Jolly Hotel. Serate allietate dal Maestro di fisarmonica Sergio Gamberini, il cantautore Franco Risieri e la cantante Mariuccia, il Coro della Valtellina di Berbenno. Da ricordare, infine, l’abituale presenza alle manifestazioni della premiata Banda musicale di Gaggiano.
Il vecchio Consiglio direttivo del Gruppo Culturale Pittori di via Bagutta era composto dai seguenti pittori: Romueddo Caldarini (presidente), Giuseppe Vismara (Vice Presidente), Marisa Monari (Segretaria), Alessandro Arrigoni (Segretario). Consiglieri: Ernesto Tramezzani, Ezio Mazzella, Luigi Andreoni, Pepe Nicola, Franco Corradi, Antonio Fontana, Guerrino Miotti (scultore), Gilberto Rivabene (Amministratore), Roberto Caldarini (Revisore), Dott. Adalberto Gavazzi, Gregorio Mancino, Sebastiano Sutera. Il Gruppo ha la sua sede in via Bagutta 12, Milano.
Da diversi anni alla guida del Gruppo Culturale Pittori di via Bagutta era rimasto solo il Presidente Romualdo Caldarini con due volontarie ad aiutarlo per le varie burocrazie, ovvero Anna Narducci e Marisa Belotti.
Nell'anno 2015 Romuialdo Caldarini ha presentato le sue dimissioni, ma rimane come Presidente Onorario. Dalle votazioni sono emersi i sette componendi del direttivo e il suo presidente ad oggi la struttura del Gruppo Culturale Artisti di via Bagutta (piccola variazione nell'intestazione) e il seguente: Guido Marcello Poggiani (Presidente) Adriano Tommasi (vice Presidente) Umberto Murri (Segretario) Karin Feurich (cassiera/economa) Laura Ramenzoni, Gasparini Itala, Roberto Sparaini (consiglieri). Presenti anche di appoggo al direttivo Anna Vassena (Pagina FB) Sebastiano Sutera, Anna Narducci, Marisa Belotti, Adriana Quercia, Ferruccio Gallina, Luisa Ghezzi e Piero Amodeo. Si è anche istituita una commisione artistica sotto la guida di Vittorio Emanuele.

Tratto dal Libro del 60° Anniversario edito dal Gruppo di Bagutta. (2024)


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